'Lilith abbandonò Adàm perché non aveva voglia di andare a dormire sotto di lui al momento dei rapporti coniugali. Si sentiva pari a lui': Lilith rifiuta quindi l'assoggettamento e sceglie la libertà. Il femminismo, di cui Lilith è qui eletta a icona, anima i testi raccolti in questo volume. Pur situandosi nella cittadinanza politica, il femminismo abbracciato dall'autrice non rinnega la vastità di sconfinamenti di anima-corpo, si espande invece al respiro della trascendenza e alla dimensione spirituale, si fa interrogare dalle risonanze di un divino estraneo al paradigma di quel dio maschio - caro a dottrine e tradizioni religiose - e asseconda, piuttosto, il germogliare dell'essere, accogliendone l'esultante dilatarsi e insieme la vulnerabilità. Dottrine e tradizioni religiose vengono colte nella loro costitutiva complicità e alleanza con assetti sociali incardinati sulla primazia maschile, quasi mai sfuggendo a una misoginia viscerale, a un disprezzo strisciante nei confronti delle donne. Questo libro si rivolge anche a chi è estraneo al mondo della fede, a chiunque individua nell'universo delle religioni un nucleo coriaceo di economia patriarcale. Prefazione di Gabriella Caramore. Postfazione di Antonietta Potente. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.