L'umorismo, che in "Debito formativo" era puramente ludico e finalizzato alla narrazione, non poteva che trovare una connotazione amara e desolante, anche se il lettore non faticherà a trarre, anche da qui, un qualche motivo di isolata ilarità. ----- Valerio Di Stefano (1964) è filologo, linguista e iberista. La sua produzione narrativa comprende il racconto breve "Nunc et in hora mortis nostrae", a cui sono seguiti, dal 2022, gli esperimenti narrativi "La voce nel deserto", "Malinverno", "Confessione d'un amore fascista", "Lo schiaffatone" e il recente "Sono stata io ad ucciderlo". Ha pubblicato altri numerosi volumi di saggistica e di umorismo e curato edizioni annotate di autori della letteratura italiana, da Compiuta Donzella a Giovanni Verga, oltre a repertori e strumenti di consultazione lessicografica. Quando gli avanza un po' di tempo cerca di insegnare qualcosa a qualcuno, ben sapendo che non si insegna niente a nessuno.